Maria Micozzi “LO SPAZIO IL CORPO LA CITTÀ”

Maria Micozzi nasce a Tolentino nelle Marche. Compie studi sia di formazione classica che scientifica con molteplici interessi culturali dall’antropologia alla psicoanalisi e in ambito filosofico all’epistemologia nella concezione “relazionale” di Gregory Bateson.

Si dedica totalmente all’attività artistica dal 1985 fondendo una qualità pittorica esemplare sulla grande tradizione del rinascimento da Leonardo a Michelangelo con la sperimentazione di inedite soluzioni tecnico-formali (ideazione di nuovi supporti come i quadri-oggetto, opere bifacciali, assemblaggi di più tele e cornici, con utilizzo di materiali poveri come fili di ferro e spago), affine allo spirito delle avanguardie di indirizzo concettuale.

Questa sua ‘eretica’ ed eterodossa configurazione artistica viene notata e seguita con interesse dal critico Pierre Restany, teorico del movimento artistico ‘Noveau Realisme’, che nel 1986 presenta a Milano una mostra di Maria Micozzi. Dal 1987 l’artista marchigiana inizia un’intensa attività espositiva con mostre a Monaco, Stoccarda, Bayreut in Germania dove la sua ricerca ottiene numerosi consensi sia di critica che di pubblico. Partecipa alla rassegna di Arte Fantastica curata dal prof. Renzo Margonari a Palazzo Roncale a Rovigo (1987), nello stesso anno è presente all’Expò di New York. Nel 1988 è invitata in Spagna ad una rassegna di artisti internazionali per iniziativa del Ministero della Cultura di Madrid.

Nella sua opera orientata ad una visione sistemica del mondo, la dimensione fantastica scaturisce  dalla complessità labirintica delle infinite relazioni possibili, geometrico-matematche, mestiche o simboliche tra gli elementi di un tutto che, nella visione organicistica di Maria Micozzi, si traduce nel mito femminino della grande madre cosmica attraverso la forza sinuosa ed erotica dei suoi acefali corpi femminili. In questo suo anelito alla ricomposizione formale della totalità attraverso la compresenza e la ‘ricucitura’ nelle sue opere di frammenti di linguaggi plurimi vengono meno  le rigide e schematiche contrapposizioni  tra figurazione e astrazione, tra razionale e non razionale, tra mente e corpo delineando così nuove possibili connessioni e relazioni tra contesti e realtà irrelate.

Negli anni  novanta sono da menzionare le mostre a Francoforte, a Miami in U.S.A. e a New York presso l’Istituto Italiano di Cultura, nonché le personali itineranti a tema come “La seduzione – ossessione e paura nei trattati degli Inquisitori”, “La disperatissima sete – 8 pièses per Giacomo Leopardi” con il Patrocinio della Regione Marche e i complimenti di Federico Zeri, “Maria Micozzi o il mistero del corpo” per la Fondazione Umberto Mastroianni. Nel 2005 a Bologna presso la Galleria Castiglione Arte presenta “La domanda e l’utopia” ispirata a “Le città invisibili di Italo Calvino.

Si ricordano, poi, le personali “Il cerchio e le secanti” presso la Miniaci Art Gallery  nella sede di via Brera a Milano e in quella di Positano, “Metafore del grano Saraceno – geometrie, luoghi e riti” a Palazzo Besta de’ Gatti a Teglio, “Don’t rape Lilith – il nome e il branco” agli Archivi di Stato a Milano e infine la partecipazione, sia come autrice del manifesto che come relatrice (sul tema dello stupro ‘Ammutolire la preda’), al Convegno “Le figure della violenza” organizzato da Oikos-bios Centro filosofico di psicoanalisi, presso l’Università di Padova.

Nell’inverno 2010, ancora a Padova, ha allestito la personale “L’ossessione della carne” in contemporanea al convegno, che oltre a vederla relatrice trae il titolo da un suo scritto “La paura dell’impotenza e lo stupro – metafore per l’indicibile”, convegno  organizzato da Oikos-Bios e tenutosi presso la facoltà di Sociologia.

Tra le ultime rassegne è da ricordare la mostra internazionale “Llilith – l’aspetto femminile della creazione a cura di M.L. Trevisan con la partecipazione a catalogo di Rita Levi Montalcini, tenutasi a Frascati presso le scuderie Altobrandini, nel 2004; ultimamente ha partecipato, invitata dal curatore Floriano De Santi, alla Rassegna “Le costellazioni” tenuta a Viareggio, presso la Villa Borbone; è stata presente, per la seconda volta, al ‘Premio Vasto’, ad una rassegna internazionale presso Villa Panphili, a Roma, organizzata dalla Galleria ‘Il narciso’ di Roma e alla Galleria Civica di Enna. È artista invitata alla Biennale dell’Incisione Città di Campobasso. Nell’anno in corso ha messo in scena, a Padova, una sua commedia “Le femmine – Lisistrata e le altre” di cui ha curato la scenografia. (Biografia artistica di Giuseppe Vannucci – Arte Filia).

“LO SPAZIO IL CORPO LA CITTÀ”

La città tutta attorno ti circonda le spalle e non sa dire lo spazio vuoto dell’astrazione, la ragione delle sue geometrie. Nel ventre della madre antica l’infinito si è fatto luogo nella stessa carne nasce l’altro, il desiderio, le  parole che danno nome. Rimosso l’abbraccio le strade della città si tagliano creando luoghi confusi ostili. I corpi tentano spazi fallici, ma fragili, impauriti tornano al chiuso…e poi, di nuovo, scappano…lungo gli asfalti notturni cercano…passi desideranti suonano a richiamo, voglie migrano spiando il gioco delle porte schiuse bocche segrete carni scosciate, cariche di dolore e di vuoto,…desideri di accoglienza sentimenti di esclusione si confondono nel traffico. I corpi  aspettano incontri

 Maria Micozzi

ARIANNA  SARTORI

ARTE & OBJECT DESIGN

Via Ippolito Nievo, 10 – 46100 MANTOVA – Tel. 0376.324260 – info@sartoriarianna.191.it

Maria Micozzi

Lo spazio il corpo la città

dal 3 al 15 novembre 2012

 Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – via Ippolito Nievo, 10 – tel. 0376.324260

Mostra: Maria Micozzi

Date: dal 3 al 15 novembre 2012

Inaugurazione: Sabato 3 novembre, ore 17.30

Presentazione in Galleria di FLORIANO DE SANTI

Orario di apertura:      10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi

 La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dal 3 al 15 novembre 2012, presenta la mostra personale dell’artista Maria Micozzi, dal titolo “Lo spazio il corpo la città”.

La mostra, si inaugurerà Sabato 3 novembre alle ore 17,30, con presentazione di Floriano De Santi, alla presenza dell’artista.

 

FRANCO SAIANO “Fantasie di juta “

La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cappello 17, dal 27 ottobre all’8 novembre 2012, presenta la mostra personale dell’artista palermitano Franco Saiano, dal titolo “Fantasie di juta”.

La mostra, si inaugurerà Sabato 27 ottobre alle ore 17.30, con presentazione dell’architetto Cesare Taffa, alla presenza dell’artista.

Seguirà brindisi.

Viaggio tra colori, ricordi, apparizioni e contorsioni della fantasia.

Il viaggio vede, come mezzo protagonista, la Juta, non trattata con nessun tipo di sottofondo, capace di condizionare e imporre regole ai percorsi della fantasia con la sua trama larga, difficile da coprire, con un colore di fondo che stravolge le sfumature ed i toni. Per cercare di dominare un così difficile supporto, la tecnica prescelta è abbastanza inusuale, ovvero i pastelli ad olio: questi, corposi e malleabili, si spalmano sulla tela con strati a volte densi e a volte quasi trasparenti. La fantasia, stimolata da supporto e pastelli, costruisce dei percorsi mentali a volte incomprensibili, dove la decorazione predomina su soggetti evanescenti che, stretti in una morsa che li attanaglia di colore e motivi decorativi, tendono ad apparire essi stessi decorazione. Altre volte un tema decorativo è smontato e ricomposto, manipolato in libere associazioni di idee. Il tutto è la ricerca di un messaggio forte, a volte sconvolgente, che incuriosisca, anche sconcertando.

Franco Saiano nasce, vive e lavora a Palermo.

Architetto per professione, disegnatore per passione. Disegnare è per lui un istinto irrefrenabile, canale di sfogo per angosce, traumi, delusioni, paure, ma anche gioia e felicità. La curiosità spinge verso diverse tecniche: la china ed il carboncino, i pastelli ad olio e a cera, le crete colorate, i colori acrilici e ad olio. Poi le sperimentazioni sulla Juta, occasione per dare libero sfogo alla fantasia, che diventa oggetto, di recente, di alcune mostre.

 

ARIANNA  SARTORI “ARTE & OBJECT DESIGN”

Via Cappello, 17 – 46100 MANTOVA – Tel. 0376.324260 – info@sartoriarianna.191.it

FRANCO SAIANO “Fantasie di juta “

dal 27 ottobre all’ 8 novembre 2012

Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – via Cappello, 17 – tel. 0376.324260

Mostra: Franco Saiano. Fantasie di juta

Date: dal 27 ottobre all’8 novembre 2012

Inaugurazione: Sabato 27 ottobre, ore 17.30 con presentazione dell’Arch. Cesare Taffa

Orario di apertura:      10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi

Affidamento gestione totale pluriennale dell’aeroporto “Luigi Ridolfi” di Forlì – Italia L’Aeroporto di Forlì

E’ un aeroporto di nicchia caratterizzato da rilevanti fattori di flessibilità nel suo sviluppo adattandosi sia ad attività passeggeri che cargo – commerciale, ma anche charter ed aviazione generale, potendo sfruttare un posizione geografica centrale rispetto ad un bacino socio – economico di particolare rilevanza. L’aeroporto è dotato di un buon livello di servizi che ne rendono “easy” l’utilizzo da parte di passeggeri e compagnie aeree, anche low cost.

   

leggi altri aspetti chiave dell’aeroporto

www.forliairport.com

Scarica la sintesi della presentazione dell’operazione di affidamento della gestione totale pluriennale dell’aeroporto

Conosci il Polo Tecnologico Areonautico di Forlì

 Partecipa agli incontri di presentazione dell’aeroporto:

25/10/2012- Affidamento gestione totale pluriennale dell’Aeroporto ‘L. Ridolfi’ di Forli’, Italia – Evento Forli’

L’attuale societa’ di gestione dell’Aeroporto “L. Ridolfi” di Forli’ ed i suoi soci organizzano un incontro a Forli’ giovedì 25.10.2012 al fine di illustrare ad eventuali partner e/o investitori interessati i punti salienti dell’operazione.

 Ubicazione

L’Aeroporto di Forlì ha una posizione geografica strategica. E’ facilmente raggiungibile da/per le regioni del centro Italia e quelle dell’area nord orientale, nord occidentale.E’ una nuova meta non solo per la regione Emilia Romagna, la sua Riviera, l’entroterra ma anche per la sua prossimità ad importanti centri italiani del business e del turismo come Toscana, Umbria e Marche.

Raggiungibilità

E’ ubicato a soli 40 minuti di distanza in auto dai resort della Riviera: l’atmosfera elegante di Milano Marittima, le tranquille cittadine di Cervia e Cesenatico, le città di Rimini, Cattolica e Riccione per gli amanti del divertimento;E’ ubicato in una zona centrale facilmente raggiungibile in auto o via ferrovia da/per le principali città italiane, quai Venezia, Firenze, Ancona, Bologna, Perugia, Assisi e l’antica Repubblica di San Marino.Le città di Rimini, Ravenna, Faenza, Imola e Ferrara sono facilmente raggiungibili in auto.
Trasporto pubblico e privato
  • Servizi navetta possono essere messi a disposizione, su richiesta, per Ravenna, Cervia, Cesenatico e per i siti della Riviera
  • Sono forniti servizi navetta, su richiesta, per l’entroterra
  • Servizi di autobus di linea dal terminal passeggeri alla stazione ferroviaria di Forlì
  • Servizi di taxi a basso costo dalla stazione ferroviaria di Forlì verso la costa adriatica e l’entroterra

 

Sviluppo dei passeggeri

Negli ultimi anni lo sviluppo del traffico passeggeri ha subito le fluttuazioni del traffico aereo dovute ai diversi programmi delle compagnie low cost, che hanno sempre scelto l’ aeroporto per le sue caratteristiche: la sua posizione strategica nell’area centro -settentrionale e la sua facile accessibilità.
Forlì è “un aeroporto easy” sia per le compagnie che per i passeggeri, e fornisce ai propri utenti una organizzazione efficiente e snella. Gli impianti infrastrutturali e tecnico – operativi di cui l’aeroporto di Forlì dispone sono stati recentemente migliorati e mirano a fornire un numero considerevole di servizi di qualità flessibili e opzionali.
I passeggeri possono parcheggiare le loro auto a prezzi convenienti e seguire le procedure di check in e check out in maniera facile e veloce.
Le compagnie aeree possono usufruire delle operazioni di assistenza ai propri aerei in maniera efficiente entro i 25 minuti, se richiesto.

Il Terminal

ATTREZZATURE:
Duty Free
Area Shopping
Servizi dedicati per passeggeri a capacità motoria ridotta
Bar
Chiosco piadina
Parcheggi auto
Noleggio auto

 

Caratteristiche tecniche

AIRSIDECodice IATA: FRL
Codice ICAO:LIPK
Categoria ICAO:4D
Punti cardinali aeroporto: 44° 11′ 44″ N
12° 04′ 11″ E
Altitudine: 98 piedi
Categoria antincendio: 7°Pista di volo: 12/30
12: TORA 2.410 – TODA
ASDA 2.560 – LDA 2
30: TORA 2.260 – TODA
ASDA 2.560 – LDA 2
Lunghezza: 2.260 x 45 mt
Velocità di atterraggio all’ora: 8Pista di rullaggio:
B larghezza mt. 23;
C larghezza mt. 18
D larghezza mt. 18
A larghezza mt. 8
E larghezza mt. 6Piazzale aeromobili
Superficie totale del piazzale: 63.000 mq
Numero totale dei posti parcheggio:
7 per auto manovre e/o 10 piazzali push back per aviazione commerciale
14 piazzali per aviazione generale.
TERMINAL
Superficie: 6.000 mq
Area di arrivo: 540 passeggeri all’ora
Area check in: 550 passeggeri all’ora
Lounge partenze: 860 passeggeri all’oraNr. 1 biglietteria
Nr. 1 punto informazioni
Nr. 2 zone di imbarco
Nr.9 gates
Nr. 1 check in area
Nr. 11 postazioni check in
Nr. Punti controllo sicurezza: 2 per passeggeri, 1 varco di servizioSistema di smistamento bagagliNr. 3 nastri trasporto bagagli

 

Parcheggi auto

Superificie totale: 19.000 mq
Nr. 810 Posti auto
Distanza dell’aeroporto dal centro città: 4km
Posti auto non coperti: 810
Orari di apertura: la cassa automatica è funzionante 24 ore al giorno.
Sorveglianza: servizio di vigilanza e video camere a circuito chiuso, controllate
Servizi speciali per disabili: sono disponibili di fronte al terminal aree dedicate, all’esterno dell’area parcheggio.
Varco di accesso: sistema automatico SKIDATA
Prenotazioni ed informazioni: parking@forliairport.com
Spazi per caravan/furgoncini: disponibili al parcheggio 2

Caratteristiche principali

25 minuti di transito
Apertura 18 ore 7 giorni su 7
Aeroporto “user friendly”

  • gestione low cost
  • capacità annua 1.500.000 passeggeri
  • Area terminal 6000 mq
  • Punti check in 11
  • Gate di partenza 9
  • Pista di volo: 2.560 m
  • ILS CAT I/II
  • Disponibile rifornimento JET A -1

P.R.M.

Attrezzature per passeggeri a ridotta mobilità (PRM)
Il Regolamento (UE) n. 1107/2006 del 5 luglio 2006 (in vigore in Italia dal 26 luglio 2007) si basa sul principio che nel trasporto aereo, come negli altri aspetti della vita, le persone con disabilità e le persone a ridotta mobilità devono avere gli stessi diritti di libertà di movimento e di scelta che hanno gli altri cittadini. Per questo motivo questi passeggeri hanno diritto di viaggiare in aereo con condizioni simili a quelle degli altri cittadini e di non essere esclusi, salvo per ragioni di sicurezza dettate dalle legge.
Grazie all’impiego di personale qualificato e del necessario equipaggiamento SEAF è in grado di fornire ai passeggeri con disabilità e capacità motoria ridotta una assistenza adeguata sin dal loro arrivo in aeroporto fino all’imbarco sull’aeromobile.
In base ai regolamenti ENAC e agli standard di qualità dell’Unione Europea sono stati designati il Punto di Partenza ed il Punto di Arrivo, ubicati rispettivamente all’entrata del terminal partenze e all’entrata del terminal arrivi e indicati da apposita segnaletica. In questi punti designati i passeggeri possono aspettare l’arrivo dell’assistenza o dei familiari. Ci sono anche diversi posti auto riservati di fronte all’entrata del terminal partenze e di fronte al terminal arrivi.
All’entrata del terminal partenze si trova un sistema interfono che può essere utilizzato da persone a capacità motoria ridotta per annunciare la propria presenza allo staff dell’aeroporto, al fine di essere assistiti nelle operazioni di imbarco.
Le attrezzature dell’aeroporto includono sedie a rotelle per i passeggeri che non ne possiedono. Le operazioni di imbarco e di sbarco sono svolte da ambulift, ovvero un mezzo elevatore adeguatamente attrezzato per portare passeggeri dal Gate direttamente a bordo dell’aeromobile e viceversa.
I passeggeri non vedenti sono autorizzati ad imbarcare i loro cani guida con certificato, muniti di apposita imbracatura (alcune compagnie aeree richiedono anche le museruola) e un libretto sanitario o passaporto (obbligatorio per i voli internazionali).
E’ disponibile anche un servizio taxi da e per la stazione di Forlì per il trasporto dei passeggeri con ridotta mobilità (fino ad un massimo di una persona con sedia a rotelle + 5 passeggeri).
“I beni inventariati costituiscono l’azienda, pienamente funzionante, di pertinenza dell’attuale società di gestione aeroportuale. L’azienda potrà essere acquistata dall’aggiudacatario della concessione per la gestione totale dell’Aeroporto di Forlì, al termine della procedura di gara promossa da ENAC. Per informazioni sull’operazione relativa alla concessione e sull’azienda, contattare l’Accountable Manager al n. +0039 051 26.33.28″.  

TUTTI I DETTAGLI E INVENTARIO

 

 

DANIELA TURETTA “Ultima Luce”

La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dal 20 ottobre al 2 novembre 2012, presenta la mostra personale dell’artista padovana Daniela Turetta, dal titolo “Ultima luce”.

La mostra, patrocinata dal Comune di Mantova, si inaugurerà Sabato 20 ottobre alle ore 18.00, con presentazione di Sergio Garbato, alla presenza dell’artista.

“Le opere di Daniela Turetta rivelano uno sguardo particolare sul reale che si insinua sottilmente dietro la storia e la tradizione, stabilendo un rapporto profondo con il paesaggio. Un paesaggio che si appiattisce, fino a ridursi a linea frastagliata controluce, sotto un alto cielo percorso da nuvole inquiete, che inseguono il trascolorare della luce, l’ultima luce, prima che le tenebre si portino via tutto”.

Sergio Garbato

Daniela Turetta, padovana di nascita, è cresciuta nel cuore nei Colli Euganei, tra luci e silenzi di una natura per certi versi ancora incontaminata.

Sono questi i luoghi che influiscono da sempre sul suo percorso artistico: infatti, il paesaggio nel suo filtrato realismo e in seguito soprattutto il cielo animato dalle nuvole diventeranno il tema dominante ed il motivo per una riflessione sul rapporto uomo-natura.

Dipinge dal 1977. Da questa data è presente in varie mostre personali, collettive e fiere d’arte, in Italia e all’estero.

Le sue opere si trovano in collezioni private in Italia, Austria, Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, Canada; ed in permanenza nella Galleria “San Maurizio” di Venezia e nella Galleria  Cube di Londra.

Attualmente vive e lavora a Lozzo Atestino (Padova).

Hanno scritto di lei: Alessandro Bevilacqua, Gianpaolo Borghi, Rossella Delaidini, Giovanna Galli, Sergio Garbato, Giulio Gasparotti, Umberto Marinello, Angioletta Masiero, Gian Paolo Prandstraller, Paolo Rizzi, Giorgio Segato, Camillo Semenzato, Maria Luisa Trevisan, Elena Vascon.

Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – via Ippolito Nievo, 10 – tel. 0376.324260

Mostra: Daniela Turetta. Ultima luce

Date: dal 20 ottobre al 2 novembre 2012

Con il patrocinio COMUNE DI MANTOVA

Inaugurazione:

Sabato 20 ottobre, ore 18.00 con presentazione di Sergio Garbato

Orario di apertura:   10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi

ESTENSE CASA ASTE: Asta antiquariato e gioielli, 13 e 14 Ottobre ore 16.00

Estense casa aste presenterà nella sede di Mantova via I. Nievo 8, oltre 400 lotti provenienti da eredità e collezioni private, tra cui: Dipinti, stampe, litografie, dal ‘600 al ‘900; Arredi antichi: vetrine, tavoli, cassettoni, credenze, armadi, cassapanche ecc., specchiere, lampadari, sculture, curiosità d’epoca, Tappeti Persiani,  Collezione di importanti Argenti, Porcellane, Vetri, Sheffield dall’800 al ‘900, e Gioielli: anelli, collier, bracciali, orecchini. 

                  
I beni saranno esposti da mercoledì 5 a domenica 9 Settembre  2012 in occasione del Festival della Letteratura ore 10 alle 12.30 e dalle ore 15.30 alle 19.30
da sabato 6 a domenica 14 Ottobre  2012 dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 15.30 alle 19.30
    

                

   

              

    

 

PAOLA PASTURA “Emozioni “

La Galleria “Arianna Sartori” di via Ippolito Nievo 10 a Mantova accoglierà, dal 13 al 25 ottobre, una mostra personale della pittrice genovese Paola Pastura.

La mostra intitolata “Emozioni” sarà inaugurata Sabato 13 ottobre alle ore 17.00 alla presenza dell’artista.

 “Arnold Hauser nella sua “sociologia dell’arte” afferma che il critico d’arte è il “letterato per eccellenza” quindi è la persona più qualificata a scriverne. Consapevole di questo assunto e timoroso della mia inadeguatezza. Mi sono accinto a scrivere qualche riga su questa mostra che Paola Pastura presenta al “Doge” poiché alla sua gentile richiesta mi sarebbe sembrata scortesia opporre un rifiuto.

D’altra parte quando nel 2006 Paola Pastura presentò una sua mostra alla Galleria Ghiglione, restai stupito per il suo nuovo stile così forte e potente. L’attuale mostra nella continuità stilistica con la precedente, conferma quella che ormai è una scelta di libertà ma non solo sul piano pittorica.

Le opere di Paola Pastura si iscrivono in quell’area informale che ebbe la sua maggiore stagione negli anni cinquanta. Se oggi quella stagione fa parte della storia, pure la sua lezione morale e la sua esperienza, hanno arricchito la nostra conoscenza ampliando le nostre possibilità espressive. “…la pittura e la scultura informali non sono arte senza immagine” (Argan, 1962).

In questo senso la pittura di Paola Pastura è un rimando ad una immagine della natura percepita nella sua essenza, con una dialettica tra l’uso deciso gestuale, del colore in spessori sontuosi, sensuali e la penetrazione profonda entro l’idea del fenomeno naturale, colto nei suoi infiniti aspetti in divenire, che si fanno conoscenza ed esperienza. Quindi il fascino degli elementi primordiali, quasi l’urgenza di un ritorno “ab ovo” è espresso in tutta la sua potenza.

Così il fuoco, tra grumi di colore quali braci incandescenti e colate magmatiche, crea zone di luce abbagliante e ombre dai neri profondi.

Così l’acqua “pura et casta” viene espressa da impasti iridescenti di colore e dall’alternarsi dei bianchi e degli azzurri, rendendone l’ariosità e la freschezza e il suo gorgogliare tra rocce muschiose, nel suo scorrere in un perpetuo mobile, quasi una metafora della vita, che ci riconduce a Leonardo:

“L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”.

Il tono assorto, la meditazione sullo scorrere della vita, come l’acqua tra le rocce, nell’opera di Paola Pastura è momento lirico che diviene stile e lo stile arte e poiché l’arte coincide con la vita, in ogni dipinto di Paola Pastura c’è un poco della sua vita, come desiderio dell’anima di sopravvivere nel tempo, di trasmettere quelle emozioni che, prima sue, diventano adesso anche nostre, cioè assolute, universali”.

Giorgio Angelini “Le ardesie ovvero un percorso nell’interiorità“

“Agli artisti di particolare sensibilità, che hanno avviato la loro ricerca pittorica nell’ambito della natura, succede che col trascorrere del tempo questa ricerca, divenuta sempre più percettivamente accurata e impegnata si trasformi e si risolva in una frantumazione o in un dissolvimento dell’immagine da riflettersi nell’intimo. L’avevano sperimentato già nella seconda metà dell’Ottocento gli impressionisti anche sollecitati dalla concorrenza della nascente fotografia che aveva messo in crisi i cultori del vero. Il Novecento ha quindi accentuato tale immagine con esiti variabili per gesto e per sensibilità timbrica grazie ad autori che hanno saputo trarre dall’osservazione contemplativa frutti in perpetuo e proficuo divenire creativo.

Paola Pastura è indubbiamente da inserire tra chi ha assimilato e coltivato con felice profitto questo particolare approccio che l’ha condotta ultimamente a soluzioni narrativamente e cromaticamente interessanti, infatti le prove degli ultimi anni dell’artista genovese hanno evidenziato una trasformazione comportamentale e tecnica tale da indurla a tralasciare definitivamente quegli accenni descrittivi che ancora comparivano nelle tele di fine millennio caratterizzate da un intenso contrasto cromatico condizionato dalla sapiente modulazione della luce. Ora tutto è cambiato senza nulla mutare. Una contraddizione? Un bisticcio di termini? Niente affatto. Più semplice le immagini adesso vengono plasmate e diluite dal sentimento dallo stato d’animo con cui è maturato l’approccio nei confronti della scena presa in esame. Lo sguardo è filtrato dall’emozione, il gesto si avvale della guida dell’inconscio che, a sua volta, recepisce una simile emozione e la trasmette in modo inatteso, attivando il piacere della sorpresa che non riguarda solo noi che osserviamo ma la stessa Paola che dispensa sulla tela forme e colori. questa è la fortuna dell’arte che si avvale delll’estro di qualche eletto per manifestare e fissare nella mente e nel cuore preziosi incantesimi.

Il concetto si ripropone nel ciclo delle “ardesie” che costituisce  il nucleo importante e pregnante della presente rassegna. Paola Pastura ha visitato alcune cave ma l’ardesia appare subito come un evidente pretesto per indagare qualcosa d’altro e d’oltre, per tracciare sulla tela oscure profondità, per lanciare al proscenio improvvise e abbaglianti illuminazioni, per sconvolgere ordini e pesi cromatici. E non si tratta di colpi di teatro per cercare un facile effetto scenografico. Sono riflessi della natura, di quella natura da lei stessa scelta come importante punto di riferimento; sono riflessi calati nell’anima e da lì eruttati, anche con violenza, sul fondo immacolato per la festa della contaminazione”.

Luciano Caprile

 

Paola Pastura nasce, vive e lavora a Genova. Dopo gli studi umanistici, ha frequentato l’Accademia Ligustica di Belle Arti, condividendo percezione di pensiero di quel naturalismo astratto tipicamente ligustico e di origine informale dal quale si diparte e si articola tutta l’attività artistica della sottoscritta. Nel 1987 ha contribuito alla nascita del gruppo artistico “Gruppo 10”. Dal 1989 fa parte dell’Associazione Culturale degli Amici d’Albaro, partecipando alla vita associativa con funzioni direttive. Nel 2000 ha eseguito un pannello (m. 6×3) per la Chiesa di Santa Zita raffigurante una “Ultima Cena”, ed uno stendardo della “Madonna di Lourdes”.

Nel 2012 nell’ambito della rassegna “Un Museo per un Museo”, dona un dipinto al museo di Abidijan in Costa D’Avorio.

È inserita in cataloghi liguri, nazionali ed esteri.

ARIANNA  SARTORI

ARTE & OBJECT DESIGN

Via Cappello, 17 – 46100 MANTOVA – Tel. 0376.324260 – info@sartoriarianna.191.it

PAOLA PASTURA

Emozioni

dal 13 al 25 ottobre 2012

Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – via Cappello, 17 – tel. 0376.324260

Mostra: Paola Pastura. Emozioni

Date: dal 13 al 25 ottobre 2012

Inaugurazione: Sabato 13 ottobre, ore 17.00

Orario di apertura: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi

GIUSEPPE DENTI “acrobazie di un artista”

La Galleria “Arianna Sartori” di via Ippolito Nievo 10 a Mantova accoglierà, dal 6 al 18 ottobre, una mostra personale del pittore, scultore e incisore Giuseppe Denti, offrendo al pubblico una intrigante proposta.

La mostra intitolata “Acrobazie di un artista” si inaugurerà Sabato 6 ottobre alle ore 17.30, con presentazione di Gilberto Cavicchioli, alla presenza dell’artista.

“Denti è un pittore che fin dall’inizio della sua attività ha deciso di cercare la sua libertà di espressione al di fuori di canoni estetici consolidati e di rappresentazioni gratificanti più il gusto del fruitore medio che la sete di ricerca e scoperta dell’artista.

Si spiega così quel suo errare da stile a stile, da figurazione a figurazione, da sensazione a sensazione. Quel suo passare da un supporto all’altro, da uno strumento esecutivo ad un altro con un unico scopo: quello di riuscire a soddisfare la propria pulsione emotiva più che le richieste del mercato.

Si potrebbe pertanto collocare la sua produzione in quel filone di arte libera conflittuale che, verso la fine degli anni settanta,fu definita con la sintesi lessicale di Transavanguardia.

I capisaldi di questo filone espressivo si ritrovano tutti in Denti: il rifiuto dell’accademia, la totale libertà esecutiva dell’artista, una significativa tendenza al neo-espressionismo;lo sconvolgimento del “ bello stile”, la pittura come ornamento consolatorio, il ripudio della prevalenza, nell’opera, del concetto (ragione) sul sentimento (passione); l’eliminazione dell’unicità dello strumento operativo.

Con la sorprendente scoperta che Denti, sublimazione della libertà creativa,non ha così agito per collocarsi all’interno di un filone artistico,ma ha da sempre, operato in modo tale da poter poi essere incluso in una sistemazione critica del suo linguaggio estetico.

 Ne consegue che le opere di Denti non sono per nulla protese alla piacevolezza, ma, al contrario, spasmodicamente orientate al soddisfacimento di ciò che egli sente in quel momento come irrefrenabile pulsione motrice e che può, poco dopo, in un’opera appena cronologicamente successiva, mutare totalmente registro ed addirittura qualità pittorica”.

Gilberto Cavicchioli, marzo 2004

Giuseppe Denti è nato a Cremona nel 1939. Pittore ed incisore, recentemente ha rivolto i suoi interessi anche alla scultura; si è formato grazie alla frequentazione di vari maestri dell’area comasca; è infatti a Como che lavora e per lungo tempo perfeziona con lo studio la sua espressività artistica.

 Dagli anni ’90 inizia il suo rapporto con la terra venetadove, nella città di Thiene (Vicenza), attualmente vive e dove apre uno studio in cui espone le sue opere ed approfondisce la propria ricerca artistica.

Dal periodo figurativo che contraddistingue le prime espressioni pittoriche, che sono comunque d’impianto espressionista, passa a creare nuove forme ed immagini che inducono ad un’analisi introspettiva: è la figura femminile dai tratti informali che domina il suo mondo e che connota il suo io interiore. La sua esigenza di diversificare le sue creazioni lo spinge ad una continua sperimentazione di forme e di cromatismi.

La tecnica si fa supporto essenziale per realizzare queste sue forme in evoluzione:egli stesso si crea il materiale, ne inventa le componenti, al fine di dare “matericità” a questo suo mondo sempre in bilico tra figurazione ed astrazione.La sperimentazione di nuove tecniche supporta ed approfondisce il suo percorso di ricerca; proprio per questo suo bisogno di dare concretezza alle forme ha rivolto la sua attenzione alla scultura.

Ciò che è determinante per Denti è che il messaggio dell’opera sia recepito nella sua totalità:il segno diventa tangibile nello svelare il suo significato più recondito ed essenziale, quando diventa solco nell’incisione.

Dal 2005 ha intensificato la sua attività, che si è arricchita di esperienze interessanti e riconoscimenti importanti; punti di riferimento fondamentali sono tuttora Venezia,soprattutto per quanto riguarda l’arte incisoria che nell’ultimo periodo ne affina la tecnica, e Parigi.

Giuseppe Denti ha al suo attivo numerose personali ed ha partecipato ad importanti rassegne in Italia e all’estero,ottenendo riconoscimenti e segnalazioni dalla stampa e dalla critica qualificate; sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche,in Italia e all’estero.

GIUSI SANTORO “Il tempo che passa e muta il pensiero”

La Galleria “Arianna Sartori” di via Cappello 17 a Mantova accoglierà, dal 29 settembre all’11 ottobre, una mostra personale della pittrice e scultrice milanese Giusi Santoro, offrendo al pubblico degli appassionati una intrigante proposta: opere di piccolo formato, assemblabili tra loro, alcune bidimensionali, in un linguaggio aniconico e suggestivo.

Il titolo, una citazione da Federico Arosio, “Il tempo che passa e muta il pensiero” indica di per sé una possibile via interpretativa e tuttavia sarebbe di gran lunga piacevole lasciarsi tentare dalle formulazioni di queste pitture e pittosculture di Santoro. Da cosa iniziare? Innanzitutto dal colore che condensa in sé questa essere tutta pittura: il fondo è sovente chiaro, non bianco, piuttosto avorio, ma non è formulato in una stesura uniforme, bensì mossa, increspata, variegata, una “pelle” appena colorata, che invita all’esperienza tattile, che si mostra duttilmente pulsante, quasi materia viva e “calda” ai nostri sguardi.

Su questa non uniforme stesura si agglomerano, si disperdono, si sfrangiano o delicatamente si depositano leggere e quasi evanescenti stesure di colore, per solito un caldo, rugginoso colore rossastro, quasi che un “sangue” di pittura pulsasse affiorando.

Sono colori di terra rossa, di terra di Siena, qualche tocco cinabro, attenuati da tocchi di bruno, di ocra e di terra d’ombra, dialogano le partiture cromatiche con il fondo neutro, non neutro il pensiero, però, che punge al di sotto. Questa pelle lunare da cui pare sfugga la vita parla di carne, dice di sofferenza, forse, rossa come minuscole gocce purpuree che cadano, per la puntura di un ago, sull’immacolata pianura di una tela ricamata. O è una trapunta stellare di una ignota Via Lattea? Come le “lacrime”astrali della notte di San Lorenzo le sgocciolature che si depositano a formare nebulose e comete, nei dipinti di Santoro, aprono a tempi oscuri e a realtà remote e sconosciute.

O non costituiscono piuttosto, le pittosculture dell’artista, una inusitata carta geografica di mondi inesplorati? Non importa in quale universo siano collocati, certo quei minuscoli rilievi, quegli avvallamenti, quelle sinuose strade senza inizio né fine certi, ebbene chi potrebbe riconoscervi chissà quale deserto della Terra e chi invece vedervi l’impronta d’una creazione astrale, certo restano quei colori di terra, quasi che un vento silenzioso abbia alzato una polvere sottile che si è deposta in granuli fusi o giustapposti, variegando la superficie, magica armonia stellare nata da una misteriosa intelligenza suggestiva che ora ci affascina.

Suggestiva, appunto, ovvero atta a suggerire, poiché il lavoro di Giusi Santoro non declina, non afferma, al più suggerisce, comunica, accenna, con delicatezza di segno, con un linguaggio poeticamente sospeso, avvinto ad un moto appena percettibile e tuttavia attento. E’ una scrittura “da meditazione”, come lo sono quei vini nobili e forti che riscaldano e muovono fantasie e pensieri: ugualmente questo linguaggio limpido, sottile e pungente ci smuove, lascia spazio alla fantasticheria, alla dimensione individuale. Non si nega alla domanda ma lascia la risposta aperta, accenna alle proprie armonie, le scandisce in sordina, arpeggia, si tace, punge, si ritrae.

Ridiscende il silenzio e nel chiarore la pace: fragile, temporanea, subito compressa da una lama di tinte accennate o da un palpito di increspatura, quasi una impronta, una testimonianza fossile, un mondo altro che chiama.

E’ il tempo, dunque, che ci conduce dentro i minimi universi di Santoro? È il Magister o il Demiurgo? O polvere di pietra filosofale? O il nulla nel quale affonda il pensiero in ogni sua forma non meno di tutto quanto appariva reale? Polverizzato, distrutto, ricompattato, ricostruito, in dune e pliche di terra rosata, da invisibili ed infaticabili formiche armate di pennello? In quale dimensione Giusi Santoro? In quella del quadro o della realtà che lo ispira? O in quella dei pensieri che urgono alle porte del visibile? O non piuttosto nei palpiti d’ombra che s’annidano, ciechi all’apparenza, in fondo la cuore? Dimmi, Santoro, in quale opera futura risponderai, in quale dinamica si potrà cogliere quel moto lieve d’energia che è la vita e la morte insieme, sensuale e crudele, rosato come il sangue e la sabbia del deserto?

A questo mondo che è al contempo terrestre ed alieno, umano ed altro, fanno riferimento le creazioni di questa sensibilissima artista padana, in ogni lavoro si nota la mano e soprattutto si avverte il cuore, non già come empito emozionale romantico bensì come nucleo poetico di fondo. Ci si accorge che, passo dopo passo, opera dopo opera, l’autrice non ha perso di vista il suo punto di riferimento, la sua Stella Polare, a questo punta sempre all’interno di un percorso che rimanda e riporta alla terra, grembo ed utero.

La stessa mostra mantovana di Giusi Santoro potrebbe, in effetti, configurarsi come una sorta di viaggio spazio-temporale, un cammino di ricerca entro il quale ci si perde e ritrova, certamente vi si avverte una spinta metaforica e simbologica non priva di connotazioni poetiche, sorrette da una non celata attitudine  meditativa.

L’atmosfera, per così dire, che spira dalla produzione recente di Santoro, dunque, coinvolge, sollecita, interroga, una egregia combinazione in tempi in cui si bada maggiormente a stupire con la stupidità che non a pensare e fantasticare con intelligenza e sapere.

E tuttavia non credo che sia questa la ragione del dipingere di questa artista siciliana, ma ormai milanese da tempo, l’urgenza da cui muove ed a cui ritorna: è la pittura stessa, al contrario, la sua ragione ultima, la pittura che si esprime liberamente e attinge da sé le sue fonti di esistenza, in purezza e senza preconcetti concettuali, la pittura che scende in profondità nell’io come un minatore nel ventre della terra, per ricavare e riportare alla luce le gemme grezze del tempo: la loro polvere colorata, la loro scintillante pioggia pulviscolare sembra cadere sulle pagine chiare dei dipinti di Santoro come una sorta di epifania di creazione, in cui il gesto del dipingere assume una nuova intensità creativa e segnala una inaspettata urgenza di sé.

Diplomata all’Accademia di Brera, allieva di Eva Tea, di Aldo Carpi e Domenico Purificato, seguita  dalla critica più attenta, l’artista milanese possiede sia la intelligenza e l’abilità del mestiere sia la sensibilità e la cultura per costruire sia una pagina di raffinata pittura sia una indagine non ovvia e stanca su concetti e saperi fondamentali dell’esistenza umana, facendo emergere dalla densità immobile della materia la inarrestabile mobilità dello spirito: un lavoro eternamente in progress del quale si è curiosi di  scoprire, pagina dopo pagina, il nuovo volto.

Tiziana Cordani

ARIANNA  SARTORI “ARTE & OBJECT DESIGN”

Via Cappello, 17 – 46100 MANTOVA – Tel. 0376.324260 – info@sartoriarianna.191.it

 GIUSI SANTORO

Il tempo che passa e muta il pensiero

(Federico Arosio)

dal 29 settembre all’ 11 ottobre 2012

Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – via Cappello, 17 – tel. 0376.324260

Mostra: Giusi Santoro. Il tempo che passa e muta il pensiero (Federico Arosio)

Date: dal 29 settembre all’ 11 ottobre 2012

Inaugurazione: Sabato 29 settembre, ore 17.30

con presentazione in galleria di TIZIANA CORDANI critico d’arte

Si ringrazia: Esperis spa

Orario di apertura: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi