Annibale “l’identità e lo sguardo”

Con il patrocinio del Comune di Cesena, Assessorato alla Cultura, apre sabato 2 febbraio alle ore 17, nella Galleria Comunale Pescheria, l’esposizione del artista cesenate Annibale, dal titolo “l’identità e lo sguardo

Dopo diverse esperienze europee, affronta una prima personale nella propria città, prendendo in esame il tema dell’identità, per scavare attraverso il volto o la figura, nelle profondità dell’animo umano, ponendosi domande sul come siamo e su come gli altri ci vedono e identificano.

Sono immagini sofferte e sofferenti, quelle di Annibale, provenienti dal profondo della propria anima, che, sotto un’apparente serenità e voglia di vivere nasconde una profonda malinconia; quel “mal del vivere” col quale tanti giovani si ritrovano a dover far i conti.

Sulla tela, agli elementi plastici del suo recente passato, si sono aggiunte sovrapposizioni di tessuti lacerati; i volti che ne scaturiscono, sono un’istantanea di un cambiamento o di una presa di coscienza, figure sofferenti nel difficile travaglio che stanno attraversando e nell’incertezza di un futuro tutto da costruire.

Il tema sviluppato è raccontato attraverso collage, tecniche miste, oggetti e materiali plastici che fonde con la fiamma ossidrica su tele di grande formato e dal forte impatto visivo.

Le sue manipolazioni sui materiali sintetici nascono, diversi anni fa, dal desiderio di trasformare un elemento industriale inanimato, privo di qualsiasi poesia, in una nuova forma di vita.

Annibale nasce a Cesena nel 1976. Dopo il diploma conseguito al Liceo Classico della sua città, frequenta all’Università‘ di Ravenna prima, di Roma poi, la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali.

Negli anni successivi si dedica in maniera discontinua al “fare arte”, sperimentando attraverso un linguaggio informale diverse tecniche pittoriche, utilizzando varie tipologie di materiali fino a focalizzare la propria attenzione sulla plastica e sui suoi derivati.

Negli ultimi anni, dopo diverse collettive alla Galleria L’Immagine di Cesena, essere stato selezionato al premio Cairo 2011, istituito dall’editoriale Giorgio Mondadori, ha incontrato il collezionismo europeo nel 2012 con le esposizioni alla Blue Gallery di Amsterdam dal titolo “the soul”, e alla Davidcharles Gallery di Londra dal titolo “mirrors”.

Annibale, con questa mostra alla Galleria Comunale Pescheria di Cesena, rimette in gioco se stesso e le parti di se ancora sconosciute, offrendo ad appassionati e visitatori uno spaccato su uno dei linguaggi del contemporaneo, ma anche un’occasione di riflessione sulle problematiche esistenziali della nostra gioventù.

L’arte per Annibale, che sceglie solo il suo cognome per firmare i propri lavori, dichiara Cecilia Casadei, diviene necessità, imprescindibile aspetto della sua esistenza, e dialogo con il presente. 

ARTISTA:                                               ANNIBALE

TITOLO DELLA MOSTRA:                  L’IDENTITA’ E LO SGUARDO

PERIODO:                                               2 – 17 FEBBRAIO

SEDE ESPOSITIVA:   Galleria Comunale  PESCHERIA

via  Pescheria, 23 – CESENA

info:     tel. 0547.612981

con il patrocinio di:

COMUNE DI CESENA – Assessorato ai Servizi e Istituzioni Culturali                                                                                                                                                         

INAUGURAZIONE:                   SABATO 2 FEBBRAIO – ORE 17.00

introduce alla mostra  Cecilia Casadei

mostra e catalogo a cura di M. G. Melandri

 ORARI: 10.00 – 19.00  ogni giorno festivi compresi

L’Artista sarà presente alla vernice

ANDREA TERENZIANI, Città dell’anima

La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dal 12 al 31 gennaio 2013, ospita la mostra personale dell’artista parmense Andrea Terenziani “Città dell’anima.

La mostra, si inaugurerà Sabato 12 gennaio alle ore 17.00, con la presentazione della giornalista Camilla Mineo.

La realizzazione della mostra personale presso la Galleria mantovana di Andrea Terenziani è il Premio che la gallerista mantovana Arianna Sartori, in occasione della rassegna “Artisti in mostra”, tenutasi lo scorso marzo 2012 alla Fiera di Parma, quale componente della Giuria composta da galleristi e critici, ospite di rilievo il critico Philippe Daverio, aveva attribuito all’artista con il significativo “Premio dei Galleristi Artistinmostra 2012”.

Nella dolcezza del paesaggio di Marore, Andrea Terenziani cresce tra i materiali edili del cantiere del padre. I giochi sono mattoni, legni, sabbie. Le sue mani sentono la rugosità, la durezza, l’elasticità, la morbidezza di superfici e forme.  Quel luogo funziona da intermediario tra lui e il mondo, da interlocutore tra passato e presente. Stabilisce un punto fermo nella sua evoluzione personale, nel suo immaginario e nei suoi pensieri. È il punto di osservazione, il fulcro prospettico ideale per ampliare gli orizzonti futuri. Da lì, lo sguardo spazia sui campi che raccontano il lavoro primario degli uomini, sulle piante che rinnovano ad ogni primavera il ciclo vitale e, in lontananza, intuisce la città desiderata e temuta. Questo retroterra di valori forti, questa formazione silenziosa e quotidiana lo accompagnano  nelle scelte della vita fornendogli una intima serenità che si innerva positivamente al desiderio di cambiamento e sperimentazione. Terenziani conosce per consumata esperienza la materia e la plasma con una straordinaria capacità evocativa ma, contemporaneamente,  ne rivela le potenzialità innovative più sorprendenti.Osserva la natura e le opere dell’uomo da un’angolazione sua particolare, da  una posizione critica verso questi  temi assoluti e li reinventa  scarniti nella forma e filtrati dalla sua sensibilità estetica. L’artista dipinge un mondo ideale e lontano dove il distacco fa vedere più lucidamente la realtà. Dubbi e rimpianti vengono  declinati attraverso segni grumosi e insistiti, colori prevalentemente terragni e opachi, in una luce che crea ombreggiature cangianti.La sua realtà, densa e pensosa, si offre allo sguardo dello spettatore in cerca di risposte alle difficoltà, alle lacerazioni, alle solitudini odierne. Terenziani usa con sapienza la materia esplorando sulla tela infiniti percorsi, suggeriti dalla sua interiorità, che spesso sfociano in vera poesia.Atmosfere attonite, sospese, vibranti o suggestive rimandano alle inquietudini di artisti e poeti, soprattutto del ‘900, per la carica emozionale che trasmettono. Le pennellate sembrano versi liberi che raccontano di “città invisibili”, di geometrie campestri segnate da zolle, filari e siepi.Su tutto, una luna quadrata funziona da filo conduttore della sua produzione pittorica, funge da testimone atipica di un percorso in divenire, di una ricerca inesausta del senso delle cose, e del peso delle cose.

Nato a Parma nel 1965, Andrea Terenziani ha trascorso l’infanzia e la giovinezza a Marore, luogo della sua formazione. Abita e lavora in città. Ha avviato e conduce una attività di lavorazione di resine per impiego nell’edilizia e nell’arredamento, affermandosi sul mercato anche per i sorprendenti risultati creativi e artistici.E’ sposato con Elena e ha due figli. Coltiva la passione per il gioco degli scacchi. Segue diversi sport e ne pratica alcuni che gli consentono di stare armonicamente nella natura. Nel 2001 partecipa alla sua prima mostra d’arte “Artisti in fiera”, dopo una lunga e solitaria pratica pittorica intesa come sperimentazione di tecniche e ricerca individuale.

Da allora è presente in diverse mostre:

2002 – “Artisti in fiera”, Parma. Bazzano (Bo). Galleria 0, Parma.

2003 – “Artisti in fiera”, Parma. Castello di Compiano (Pr). “Museum”, Parma.

2004 – “Arte”, Parma. “Arte Immagina”, Reggio Emilia.

2005 – Galleria 2E, Suzzara (Mn). “Premio Suzzara”, Suzzara. Atelier Chioma, Parma. “Arte Immagina”, Reggio Emilia.

2006 – “Art One 33”, Galleria Jelmoni, Wadeson street, Londra. “Arte Immagina”, Reggio Emilia.

2007 – “Arte Immagina”, Reggio Emilia.

2008 – “Confronti di stili”, 911 Galleria d’Arte, La Spezia. Galleria Emmediarte, Cuneo. Galleria Studio Kan, Parma. “Arte Parma”, Parma.

2009 – “Arte Cremona”, Cremona, (Galleria Studio Kan). Galleria Emmediarte, Cuneo. “Arte Immagina”, Reggio Emilia, (Galleria Mainart – Galleria Emmediarte).

2010 – “Arte Cremona”, Cremona, (Galleria Studio Kan).

2011 – Arte Cremona, Cremona, (Galleria Studio Kan). “Artisti in Fiera”, Parma, (opera finalista premio critica). “Urban Style”, Galleria Zamenhof, Milano. “Koiné”, Galleria Zamenhof, Milano. “Coloraxion Forum”, Museum, Montese, (Mo). “Up Down Town”, Galleria Zamenhof, Milano.

2012 – “Artisti in Fiera”, Parma (premio galleristi). “Andrea Terenziani – Città dell’Anima”, Spazio Audiomedica, Parma.

Di lui hanno scritto:

Fabio Tedeschi, Cristina Piccinini, Federica Ottoni, Stefania Provinciali, Azeglio Bertoni

Bibliografia essenziale:

2012 – “Andrea Terenziani. Sinergie d’arte”, monografia.

2012 – “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea”, Arianna Sartori, Mantova.

EDI BRANCOLINI, Il mito: ieri, oggi e domani

Edi Brancolini è un pittore del profondo e del mistero, ma le immagini che porta in luce hanno una loro esplicita chiarezza, sottolineata da un segno pittorico estremamente puntuale e fortemente narrativo. Con il lavoro di Edi Brancolini si può parlare sia della messa a punto del fondo della tela alla maniera degli antichi, sia del disegno preparatorio di grande maestria, che della stesura cromatica meditata e sensuale. Non è tanto un pittore citazionista, ma piuttosto un maestro del colore che guarda alla tradizione e che utilizza le tipologie iconografiche della classicità rinascimentale per inscenare la rappresentazione degli interrogativi che emergono dallo scandaglio dell’inconscio. Brancolini tiene conto delle regole degli antichi pittori che occupano la tela eseguendo le campiture per sedimentazione, considerando il colore come un valore segnico, che poco per volta, in seguito a successive velature acquisisce forma e consistenza. Egli prepara il supporto della tela seguendo le antiche regole canoniche e quando la superficie è pronta , inizia a mettere in atto la dinamica creativa senza più nessuna nostalgia del passato, bensì vivendo il suo tempo con tutta la consapevolezza e la lucidità dell’uomo moderno, per il quale il gioco della citazione di situazioni fuori del tempo diventa metafora del nostro stesso vivere. Essendo un pittore squisitamente simbolista, Edi Brancolini dispone di una iconografia inesauribile, come inesauribili sono le sue soluzioni visive ed i suoi stati d’animo, che si coniugano nell’armonia equilibrata delle campiture. L’asse delle sue rappresentazioni, che si distendono su precise coordinate geometriche, comporta l’efficacia verista delle luci e delle ombre, delle prospettive e dei primi piani, quanto al suo simbolismo formale e contenutistico, esso si nutre dei sentimenti e delle gestualità ieratiche dei personaggi, che sembrano immersi in un limbo depurato dalle passioni terrene. Se l’iconografia sacra di tradizione cristiana è un tema privilegiato di Brancolini, dove l’eccellenza esecutiva conferisce alla rappresentazione l’essenza mitica che la rende attuale, tuttavia si impongono anche tematiche più pagane. In questo modo l’esibizione della nudità del Cristo morto agisce all’interno di un saggio sincretismo iconografico e religioso, che può ben comprendere, assieme alla predica agli uccelli di san Francesco, anche la passività erotica di Ulisse vittima di Circe. Così diventa anche possibile la morte di Patroclo a Troia all’interno di un polittico che ricorda le pale del Mantenga. Pervase infine di ironica partecipazione sono le cronache omeriche e guerresche, inquadrate come competizioni sportive senza sangue, anche se feroci. Anche l’estrema guerra fra i sessi può essere illustrata nella rassegnata delusione di una bruttezza scimmiesca, oppure ritratta nell’opulenza carnale di un eterno femminino preso letteralmente d’assalto come una fortezza da ometti assatanati. Questi lavori sono dunque di grande chiarezza sia pittorica che esplicativa; qui il gioco della gestualità si accompagna ad una poetica ridente, allo scambio di giochi e di ruoli tra passato e presente, alla distribuzione di simbologie iconiche preziose ma non pretenziose. Sono sipari che si aprono su finzioni esplicite, rivelazioni di segreti, ironie dissacratorie, ma anche riflessioni etiche sommesse, senza pretese moralistiche. Così , nella composizione dedicata al vizio dell’ozio , le figure, che appaiono fisicamente segregate, non ostentano consapevolezze peccaminose, ma solo la tranquilla consapevolezza della loro staticità.

                                                                                                   Vittorio Sgarbi

                                                                                   (da “I giudizi di Sgarbi” ed.Mondadori)

 

Edi Brancolini: i miti moderni di un preraffaellita.

Dall’alto di una rupe, prono sul ristretto spazio che la sola veste arancione sa contenere, similmente ad un monaco orientale, lo stilita riposa e medita. Isolato in un paesaggio terracqueo e confortato dal silenzio, l’asceta, improbabile, ma vagheggiata creatura dell’attuale nuovo millennio, sosta. In seguito alle sconfitte vergognose nelle scalate all’Olimpo, la creatura di Brancolini, avverte la necessità di abbandonarsi nel soliloquio della meditazione; è l’opportunità per rigenerare il simbiotico rapporto con l’universo. Sulla stele è a volte una creatura nuda, raggomitolata in posizione fetale, disposta a rinascere in un nuovo Eden.  Tra le rocce, lucenti e sconfinate, gli smeraldini specchi d’acqua accolgono, in un idilliaco, amniotico, brodo primordiale, la saggezza del colloquio intimo. Il paesaggio è sfumato nella corale condizione di finta quiete: permea la tensione verso l’Alto. L’uomo edifica le torri di Babele. Con l’ausilio di pali, con possenti massi a fondamenta della grande ara, con lo sforzo di sacrificali cariatidi e di ignari   peccatori costretti ad espiare colpe d’origine, si tenta di edificare l’osservatorio della conoscenza. Adamo ed Eva, indubbiamente le icone simbolo del percorso catartico dell’umana specie, reggono la volta della fede e della ragione, sulla quale sormonta la sfera: la perfezione, la terra, l’uovo, l’origine. Le certezze materiali si definiscono con la luce dell’alba. Ed è con la luce, con la luce della ragione, che si eclissano le parvenze; dal colloquio intimo, confortato dal dubbio, l’uomo di Brancolini azzarda nuove ipotesi per la sperimentazione. Messo in discussione l’ipse dixit si stracciano i pochi legacci inibitori che trattengono l’uomo alla terra; inizia il volo. E’ un innalzarsi goffo, pesante; è comunque un batter di braccia all’unisono. Per l’Artista di Carpi i “voli sincronizzati” sono epistemologiche speculazioni sul destino e sulla natura dell’essere. In modo personalissimo, riprende il linguaggio dei preraffaelliti e con sorprendente chiarezza decodifica gli universali significanti. Nella fase esecutiva dell’opera è uno scrupoloso continuatore delle tecniche e delle forme che si estesero fino al protorinascimento. Vanta l’uso dei colori alla caseina, una sorta di arcaica tempera dagli straordinari effetti cromatici, che in fase di rifinitura arricchisce con soluzioni grasse per dare la consistenza del colore ad olio. Le opere sono il frutto di un lavoro incessante di velature e finiture, tocchi di pennello e sfumature. Alla stregua di Rossetti e di Klinger, Brancolini ritorna al soggetto del passato della tradizione della mitologia e della religione, calato nei ruoli del quotidiano. Recupera la religiosità popolare, l’iconografia del ieri con i riferimenti a oggi, con la ridda di dubbi, senza intenti polemici, né di denuncia. In effetti l’illustrazione  della Vita Nova  e della cantica dell’Inferno di Dante ed di alcune Metamorfosi  di Ovidio trovano sorgente d’ispirazione nella comparazione con il modo di vivere presente. L’analisi del simbolo coevo, attraverso la riproposta del tema del passato è l’espediente peculiare dei preraffaelliti. Analogamente a Dafne, in cui la fitogenesi salda il legame alla terra, le radici dell’uomo sono fisse nel sostrato granitico. C’è in ogni caso la tensione al Cielo, nel tentativo di abbeverare l’anima al bello apollineo. Lo sfondo è l’Arcadia: idilliaca, sconfinata, inquietante. Sopra meandri d’alvei d’acque cristalline, violate da rari picchi solitari occupati da asceti, l’incontro di gameti esterofili ha concepito nuova vita. Nella sequenzialità logico-temporale si fa nuova esistenza: dai voli sincronizzati all’incontro, da questo ultimo alla maternità. La madre, ancora avvolta nelle tuniche monastiche, esibisce il frutto della continuità. Nell’ingenuità del paradiso terrestre le “chioccioline erranti” s’avviano in un viaggio colonizzatore. Sulla litosfera incedono lenti i viandanti. Il lungo cammino ricomincia; il mito edipeo della ricerca di sé e della generante si prospetta lungo e faticoso e non è casuale che già i cuccioli s’avviino in un percorso di crescita e di esperienze portandosi sulle spalle  la dimora coclea.  Nell’ affabulazione mitologico-escatologica, Brancolini, forte del suo artificio dicendi, non estingue con la certezza la decodifica del simbolo, né innalza ponti tra l’onirico ed il razionale; egli lascia il dubbio e progetta ricerca. I fantasmi, i sogni e le incognite che solo la notte pone, nel gotico scenario dell’infinito nel tempo e nello spazio, al flebile chiarore della luna ritorna il raziocinio con il dilemma amletico del perché esserci.

Vincenzo Baratella

Edi Brancolini

Nato a Rovereto sulla Secchia di Novi (Mo) nel 1946, vive e lavora a Carpi (Mo).

I primissimi lavori risalgono al 1958. Dal 1969 inizia una intensa attività espositiva, in sedi pubbliche e private, in Italia e all’estero.

L’attività di Edi Brancolini ha superato il quarantesimo anno e non conosce stanchezza.

Da subito sono state la ricerca e la curiosità a guidarlo, il talento ad assecondarne le esigenze espressive e la determinazione ad arricchirne un bagaglio culturale in continua crescita.

Importanti, in tal senso, gli anni della “scuola libera del nudo” a Venezia ed in particolare gli insegnamenti di Luigi Tito, che lo educa alla pratica assidua e costante del disegno dal vero e forse ne orienta la successiva virata figurativa, dopo una breve esperienza informale.

I dipinti degli anni ’70 conoscono un’ambientazione socio-esistenziale che talvolta sconfina nell’allucinazione onirica.

Mentre il virtuosismo tecnico raggiunge alti livelli, il vocabolario simbolico si complica suggerendo nella narrazione tante possibili chiavi di lettura, in uno stratificarsi semantico surreale e destabilizzante. La pittura si fa dunque ermetica ed incalza interrogativi nello spettatore. La tavolozza degli ultimi anni si schiarisce ed inizia a vestire colori acidi e saturi su fondali atemporali. Le cromie agiscono compartecipi dell’azione raffigurata, nella pantomima di questa società edonistica osservata dall’artista con ironico distacco.

E. Pozzetti

 

Mostre recenti

2008 - Modena, Centro studi Muratori, personale.

2008 – Mantova, Arianna Sartori Arte, personale.

2008 – Viterbo, Artefiera, part..

2008 – Firenze, Palazzo Vogel, “Polimorfica”, part..

2008 – Vienna A, Art Point 222, part..

2008 – Graz A, Akzenta art, part..

2008 – Augsburg D, Galerie 2 Fenster, part.

2008 – Venezia, Centro culturale S.Vidal, part..

2008 – Piombino LI, Galleria comunale, personale.

2008 – Reggio E., Artefiera

2009 -Torino, gall. Davico, personale

2009 – Rovigo, Studio Arte Mosè, personale, testo di V. Barbatella, personale

2009 – Reggio E., Artefiera.

2009 – Innsbrug A, Artefiera, a cura di Artpoint Firenze.

2010 – Novi MO, centro culturale @rtstudio.

2010 – Ratingen D, Museum der stadt, “Phantastische Welten”, a cura di A.H.Murken

2010 – Reggio E., Artefiera.

2010 – Venezia, Centro culturale S. Vidal , part. a cura di Artpoint Firenze.

2010 – Vienna A, gall. Artpoint 222,  part. a cura di Artpoint Firenze.

2010 – Taranto, gall. d’arte Agorà, presentazione di V. Barbatella, personale.

2011 – Arezzo, Artefiera.

2011 - Reggio Emilia, Artefiera.

2011 – Voghera PV, Sala Pagano, personale (con Gerico).

2011 – Carpi (MO), Galleria Fontanella, personale

2011 – S. Giacomo d.S. (MN), Ca’ di Pom, personale

2011 – Firenze, Gall. Benvenuti, “Puerto Sebastian” part. a cura di Lucio Scardino.

2012 – Carpi (MO), Fondazione Cassa di Risparmio, “Contrappunto” (Braglia-Brancolini), cura di G. Ghidoni, personale.

2012 – Modena, Centro Studi Muratori, personale

2012 – S. Benedetto Po (MN), Refettorio monastico, mostra antologica “Attualità del Mito”, presentazione di M. Dall’Acqua.

2012 – Aschaffenburg D, Museen Kunsthalle Jesuitenkirche, “Phantastische Welten”, “von Surrealismus zum Neosymbolismus”a cura di Axel H. Murken, part.

2012 – Vienna A, gall. Artpoint 222, “Il mito nel tempo” mostra a cura di Artpoint Firenze.

2012 – Piacenza, Artefiera, a cura di Artpoint Firenze.

 

Bibliografia recente:

1990 – “Edi Brancolini: lettura iconologica di un diario del conscio profondo”, Renzo Margonari.

1994 – “Di fronte alla figura”, Michele Fuoco

1996 – “Rane, ranuncoli e belle addormentate”, N. Miceli, D. Pasquali, G. Segato.

1997 – “Brancolini, Fusi, Gerico e Nigiani: quattro pittori dello sguardo cristallino”, Giorgio Di Genova.

1998 – “I vizi capitali”, Giorgio Seveso.

2000 – “Navigazione ultima”, G. Segato.

2004 – “Gli inganni della pittura” M. Sciaccaluga.

2006 – “La vita nuova”, C. Gizzi, C. F. Carli.

2006 – “Edi Brancolini: due punti sull’infinito”, Edizioni Ghirlandina.

2008 – “Melancholie und Eros”, A. H. Murken.

2008 – “Kinder des. 20.Jahrhunderts”, A. H. Murken.

2008 – “Dante e Ovidio”, C. Gizzi.

2009 – “Storia dell’arte italiana del ’900”, Giorgio Di Genova.

2009 – “I giudizi di Sgarbi”, Vittorio Sgarbi.

2011 – “Phantastische Welten” – “Von Surrealismus zum Neosymbolismus”, A. H. Murken.

2012 – “Catalogo Sartori d’arte moderna e contemporanea”, Arianna Sartori.

ARIANNA  SARTORI

ARTE & OBJECT DESIGN

Via Cappello, 17 – 46100 MANTOVA – Tel. 0376.324260 – info@sartoriarianna.191.it

 EDI BRANCOLINI “Il mito: ieri, oggi e domani”

 dal 10 gennaio al 7 febbraio 2013

 Nome della Galleria: Galleria “Arianna Sartori”

Indirizzo: Mantova – Via Cappello 17 – tel. 0376.324260

Mostra: Edi Brancolini. Il mito: ieri, oggi e domani

Date: dal 10 gennaio al 7 febbraio 2013

Inaugurazione: Giovedì 10 gennaio, ore 17.00

Orario di apertura: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi

La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cappello 17, dal 10 gennaio al 7 febbraio 2013, presenta la mostra personale dell’artista modenese Edi Brancolini “Il mito: ieri, oggi e domani”.

La mostra, si inaugurerà Giovedì 10 gennaio alle ore 17.00, alla presenza dell’artista.